Il credito d’imposta è uno degli strumenti più strategici messi a disposizione delle imprese italiane per sostenere la crescita, la trasformazione digitale e la sostenibilità.
Ma come funziona esattamente? Come si calcola e come si utilizza? E soprattutto, come può una PMI sfruttarlo per finanziare i propri investimenti?
In questa guida scopri tutto ciò che serve sapere su come funziona il credito d’imposta, chi può accedervi e come trasformarlo in una vera leva di sviluppo aziendale.
Che cos’è il credito d’imposta
Il credito d’imposta è un’agevolazione fiscale per le imprese, che consente di ridurre imposte e contributi da versare, compensando i debiti fiscali tramite modello F24 (nella sezione Erario).
A differenza dei contributi a fondo perduto, non si riceve denaro direttamente, ma si ottiene un credito fiscale che permette di pagare meno imposte, in proporzione alle spese ammissibili sostenute.
In pratica, è una forma di detrazione intelligente: l’impresa investe in attività riconosciute come strategiche (digitalizzazione, innovazione, sostenibilità, ricerca) e riceve in cambio un credito da utilizzare per compensare tasse e contributi.
L’operazione si esegue in modalità telematica, seguendo le istruzioni e i codici tributo indicati dall’Agenzia delle Entrate.
A cosa serve il credito d’imposta
L’obiettivo del credito d’imposta è incentivare gli investimenti che migliorano la produttività, la digitalizzazione e la sostenibilità delle imprese italiane.
Le principali aree d’intervento sono:
- Transizione digitale: ad esempio, investimenti in beni e software “4.0” e “5.0” che aumentano l’efficienza produttiva
- Innovazione e ricerca: attività di R&S, sviluppo di nuovi prodotti o processi, design industriale
- Transizione ecologica: investimenti che riducono i consumi energetici o le emissioni
Il legislatore utilizza questo strumento per favorire la doppia transizione digitale ed ecologica, e sostenere la competitività del sistema produttivo nazionale.
Come funziona il credito d’imposta
Il meccanismo del credito d’imposta si compone di tre passaggi fondamentali:
- Effettuazione dell’investimento: la PMI acquista beni o servizi agevolabili e conserva le perizie, relazioni tecniche e documenti contabili richiesti
- Prenotazione delle risorse (quando prevista): per alcuni incentivi occorre registrare l’investimento sulla piattaforma dedicata. Ad esempio per il Piano Transizione 5.0, se ne occupa il GSE
- Utilizzo del credito: una volta riconosciuto, il credito maturato si compensa nel modello F24, secondo modalità e tempi stabiliti dai decreti e dalle circolari dell’Agenzia delle Entrate
Il Decreto direttoriale del 6 agosto 2024 del Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT) ha ufficializzato l’apertura della piattaforma informatica per la prenotazione delle risorse del Piano Transizione 5.0, segno della crescente attenzione verso la pianificazione strutturata degli incentivi.
Chi ha diritto al credito d’imposta
Possono accedere al credito d’imposta tutte le imprese residenti in Italia, indipendentemente dalla forma giuridica, dalla dimensione o dal settore economico di appartenenza. L’unica condizione è il rispetto di alcuni requisiti fondamentali, come la regolarità nei versamenti contributivi, l’osservanza delle norme sulla sicurezza sul lavoro e la conformità alla normativa ambientale e fiscale.
Ogni misura agevolativa prevede inoltre criteri specifici. Per esempio, nel caso del Piano Transizione 5.0, l’impresa deve dimostrare una riduzione minima dei consumi energetici pari almeno al 3% dell’intero sito produttivo o al 5% sul processo interessato. Questi requisiti tecnici, insieme al rispetto delle regole amministrative e documentali, determinano l’accesso effettivo al beneficio.
Se desideri approfondire i dettagli e le condizioni aggiornate, è possibile consultare la pagina ufficiale del Piano Transizione 5.0 del MIMIT.
Come si calcola il credito d’imposta
Il calcolo del credito d’imposta varia a seconda della misura agevolativa ed è basato su percentuali applicate alla spesa ammissibile, sempre entro limiti e condizioni specifiche. Ecco i principali casi nel dettaglio:
- Beni strumentali 4.0: il credito è riconosciuto per beni materiali e immateriali nuovi funzionali alla digitalizzazione. In particolare, per l’anno 2025 l’investimento in beni strumentali materiali 4.0 può usufruire di percentuali variabili e richiede la prenotazione risorse tramite piattaforma GSE
- Transizione 5.0: gli investimenti devono garantire una riduzione dei consumi energetici minimo del 3% sul sito o 5% sul processo. Le aliquote del credito dipendono dall’entità dell’investimento e dalla fascia di riduzione dei consumi
- R&S/Innovazione/Tecnologia/Design/ideazione estetica: il credito è applicabile su spese per queste attività e la misura prevede certificazioni, modelli di comunicazione e iscrizione in elenco certificatori secondo la disciplina MIMIT
Come utilizzare il credito d’imposta?
L’utilizzo del credito d’imposta avviene attraverso la compensazione nel modello F24, che deve essere trasmesso esclusivamente tramite i canali online dell’Agenzia delle Entrate. L’impresa inserisce l’importo maturato, il codice tributo specifico e l’anno di riferimento, riducendo così i debiti fiscali e contributivi dovuti.
Ogni misura prevede tempistiche, aliquote e decorrenze differenti: per esempio, il credito d’imposta per i beni strumentali 4.0 è utilizzabile in tre o cinque quote annuali di pari importo, a seconda della tipologia di bene acquistato.
È fondamentale seguire con attenzione le istruzioni ufficiali dell’Agenzia, verificare la corretta compilazione dei campi e conservare la documentazione tecnica e contabile che attesta il diritto al beneficio, così da garantire la piena conformità in caso di controlli o verifiche successive.
Come si recupera il credito d’imposta
Il termine “recupero” indica l’utilizzo progressivo del credito maturato per compensare imposte e contributi nei periodi d’imposta successivi.
Non si tratta quindi di un rimborso, ma di una compensazione fiscale fino a esaurimento del credito. Alcune misure consentono l’utilizzo in più quote annuali di pari importo, mentre altre prevedono decorrenze specifiche stabilite dai decreti attuativi.
È importante utilizzare il credito solo dopo aver maturato tutti i requisiti e conservare la documentazione giustificativa, poiché l’Agenzia delle Entrate o il MIMIT possono effettuare controlli e procedere al recupero in caso di utilizzo indebito.
Dove verifico il credito d’imposta
Per monitorare lo stato e la legittimità del credito d’imposta, le fonti ufficiali sono:
- il sito del MIMIT, per le norme e i decreti che disciplinano il Piano Transizione 4.0, 5.0 e Ricerca & Sviluppo
- il portale dell’Agenzia delle Entrate, per i codici tributo e le modalità di utilizzo in F24
- la piattaforma del GSE, per la prenotazione e il monitoraggio delle risorse relative al Piano Transizione 4.0 e 5.0
È essenziale conservare in azienda perizie tecniche, relazioni e prospetti di calcolo per eventuali controlli successivi.
Quali beni e spese rientrano nel credito d’imposta
Beni 4.0
Beni materiali e immateriali funzionali alla trasformazione digitale secondo gli allegati A e B della legge 232/2016, che definiscono le caratteristiche tecniche (interconnessione, integrazione, automazione).
Beni 5.0
Beni e sistemi – anche software – che contribuiscono a una riduzione misurabile dei consumi energetici del sito o del processo produttivo secondo il Piano Transizione 5.0 del MIMIT.
R&S, Innovazione e Design
Costi per personale tecnico, contratti di ricerca, prototipazione, materiali, software e attività di design come da disciplina MIMIT.
Formazione e assunzioni
Non rientrano nei crediti d’imposta classici, ma possono beneficiare di esoneri contributivi INPS e di fondi interprofessionali o bandi dedicati alla formazione 4.0.
Esempi pratici di investimenti agevolabili
Per comprendere meglio come funziona il credito d’imposta, è utile osservare alcuni esempi pratici di investimenti che permettono alle PMI di beneficiare delle agevolazioni fiscali previste dalla normativa:
- Acquisto di macchinari e beni strumentali 4.0: un’azienda manifatturiera che investe in macchinari interconnessi e automatizzati può ottenere un credito d’imposta proporzionale alla spesa sostenuta rispettando i requisiti tecnici previsti negli allegati A e B del Piano Transizione 4.0.
- Progetto 5.0: un’impresa che realizza una nuova linea produttiva integrata con software MES (Manufacturing Execution System) ed EMS (Energy Management System) può accedere al credito d’imposta Transizione 5.0, a condizione che l’investimento comporti una riduzione dei consumi energetici di almeno il 3% a livello di sito produttivo o il 5% sul singolo processo.
- Progetti di Ricerca, Sviluppo e Innovazione: attività volte alla creazione di nuovi prodotti, materiali o processi innovativi possono beneficiare di un credito d’imposta specifico. Rientrano anche i progetti di design, sviluppo sperimentale o miglioramento tecnologico che favoriscono la competitività aziendale.
- Formazione e assunzione del personale: la PMI che si attiva per assumere personale giovane e/o femminile e acquisisce programmi di aggiornamento sulle competenze 4.0 – come l’uso di software, big data o cybersecurity – può far rientrare queste spese tra quelle ammissibili alla richiesta del credito.
Integra il credito d’imposta in una strategia di crescita
Il credito d’imposta non è solo un beneficio fiscale, ma un mezzo strategico per finanziare la trasformazione aziendale. Unirlo a un piano di finanza agevolata permette di combinare più incentivi e massimizzare il ritorno sugli investimenti.
Capire come si calcola e come si utilizza il credito d’imposta è essenziale per sfruttarlo al meglio: noi di Sportello Digitale accompagniamo le PMI e i professionisti a individuare gli incentivi più adatti e a gestire correttamente la parte amministrativa e fiscale, garantendo una guida per la crescita del tuo business.
Prenota ora una consulenza gratuita compilando il form in fondo alla pagina per scoprire quali crediti d’imposta e incentivi fiscali possono sostenere i tuoi prossimi investimenti.
Articolo scritto in collaborazione con Sandro Pavan di Glocal.
FAQ
Che cos’è il credito d’imposta?
È un’agevolazione che genera un credito fiscale utilizzabile per compensare imposte e contributi dovuti, a fronte di spese ammissibili.
A cosa serve il credito d’imposta?
A sostenere investimenti in digitalizzazione, sostenibilità e innovazione, migliorando competitività e produttività.
Come funziona il credito d’imposta?
Effettui l’investimento, rispetti requisiti e adempimenti, maturi il credito e lo compensi in F24 secondo le istruzioni ufficiali.
Chi ha diritto al credito d’imposta?
Tutte le PMI in regola con la normativa su lavoro e sicurezza, che rispettano le condizioni specifiche della misura (Piano di Transizione 4.0, 5.0 e R&S).
Come si calcola il credito d’imposta?
Applicando l’aliquota prevista alla base agevolabile, nel rispetto dei tetti e delle finestre temporali.
Come utilizzare il credito d’imposta?
Tramite compensazione nel modello F24 telematico, con corretto codice tributo e anno di riferimento.
Come si recupera il credito d’imposta?
Si “recupera” compensando imposte e contributi futuri. Sono previsti controlli sul corretto utilizzo.
Dove verificare il credito d’imposta?
Su fonti ufficiali come il MIMIT, il GSE e l’Agenzia delle Entrate, in base alla misura.
Quali beni rientrano nel credito d’imposta?
I beni 4.0, i beni 5.0 per risparmio energetico e costi di R&S, innovazione e design.
Assunzioni e formazione rientrano?
Sì, tramite esoneri contributivi e fondi specifici, integrabili nel piano incentivi dell’impresa.