Digitale e PMI: sviluppi, ostacoli e sfide nell’era della doppia transizione

Indice

Nonostante il complesso scenario macroeconomico che si sono trovate ad affrontare negli ultimi quattro anni, le piccole e medie imprese italiane hanno mostrato passi avanti sul digitale.

Restano ancora ampi margini di miglioramento per l’adozione di tecnologie di frontiera rispetto alle quali le PMI (piccole medie imprese) risultano ancora caute, nonostante il boom dell’Intelligenza Artificiale generativa.

Cos’è la doppia transizione? Ossia la twin transition, è la trasformazione in chiave digitale e green (sostenibilità).

PMI e digitalizzazione: lo stato dell’arte

Secondo la Ricerca dell’Osservatorio Innovazione Digitale nelle PMI del Politecnico di Milano, le piccole e medie imprese italiane stanno sempre più utilizzando la leva del digitale per gestire il cambiamento.

Il 65% dichiara di investire intensamente nel digitale o in modo mirato in alcune aree aziendali o trasversalmente in tutta l’azienda.

Il restante 35% ha un approccio timido perché

  • ritiene marginale il ruolo del digitale nel settore in cui opera (21%),
  • non comprende i benefici che ne potrebbero derivare (8%),
  • crede che siano eccessivi i costi da sostenere (6%).
Sportello Digitale - statistiche digitalizzazione PMI - piccole medie imprese - chi investe di più

Considerando le tecnologie digitali di base, le più diffuse risultano

  • le soluzioni di base di sicurezza informatica,
  • i software di gestione amministrativa e contabile e
  • gli applicativi di collaborazione.

Stentano ad affermarsi

  • le piattaforme di eCommerce (B2B o B2C) proprietarie o di terze parti,
  • le soluzioni innovative di pagamento dei clienti (ad esempio, wallet di pagamento digitali e soluzioni di mobile payment),
  • i software di Business Intelligence e il CRM
    • quelli che farebbero fare il vero salto in avanti alle imprese.
Sportello Digitale - statistiche digitalizzazione PMI - piccole medie imprese - i software più e meno usati

Se si guarda alle tecnologie più evolute (big data, intelligenza artificiale, realtà mista, aumentata o virtuale), l’adozione scende significativamente: solo il 15% ha sviluppato progettualità che ne prevedono l’impiego.

Eppure, queste tecnologie offrono significativi benefici anche alle piccole e medie realtà imprenditoriali: le ricerche qualitative dell’Osservatorio hanno mostrato casi di imprese che con l’intelligenza artificiale hanno reso più efficienti i processi di manutenzione preventiva dei macchinari e ridotto gli scarti della produzione.

Con i sensori IoT (Internet of things, quando gli oggetti si connettono in rete e creano dati) integrati nei prodotti, hanno sviluppato analisi e interventi da remoto migliorando la tempestività e l’efficienza dei processi di assistenza.

Con la blockchain hanno distribuito su intere filiere i benefici della tracciabilità delle materie prime a vantaggio della trasparenza nei confronti dei diversi attori.

I costi derivati dall’implementazione di queste tecnologie non sono un vero costo, ma un investimento che genera valore economico calcolabile.

Affinché sia così, serve sempre agire con un progetto.

Sportello Digitale - come fare un progetto di digitalizzazione per piccole medie imprese

Gli ostacoli alla trasformazione digitale

L’ostacolo principale ravvisato da chi decide di investire nella digitalizzazione dell’impresa risiede nell’assenza di adeguate competenze digitali.

Mancano figure con competenze specifiche: nonostante il 50% delle PMI stia portando avanti percorsi di formazione continua sul tema, è poco frequente (10%) l’inserimento di laureati STEM, dottori di ricerca o diplomati di alta formazione.

Tale carenza, unita alla ridotta propensione al dialogo tra PMI, Università e Startup o Aziende Innovative, condiziona la scarsa diffusione di progettualità che impiegano tecnologie avanzate che sono in grado di portare benefici a vari livelli: dai processi interni ai servizi al consumatore.

Inoltre, quasi un terzo delle PMI non ha individuato una figura che presidi l’area IT. E’ importante individuare anche nelle piccole realtà una figura in grado di guidare la digitalizzazione dell’azienda, magari facendo riferimento a un responsabile esterno (i famosi temporary manager).
La difficoltà in questo caso consiste nel coinvolgere una figura o un’organizzazione che non sia un semplice fornitore, ma un partner in grado di comprendere le linee evolutive dell’impresa e di orientare le scelte in funzione delle strategie aziendali.

Un ulteriore elemento di ostacolo alla digitalizzazione riguarda l’eccesso di burocrazia nei programmi di supporto alla digitalizzazione.
Tali misure, numerose e presenti a vari livelli (europeo, nazionale e locale), forniscono una spinta importante agli investimenti delle aziende in trasformazione digitale.
Ma le imprese, da sole, faticano a intercettare le opportunità adatte alle proprie esigenze e a fare chiarezza nelle procedure di accesso ai fondi pubblici.

Agire in ottica collaborativa è fondamentale per intraprendere con successo il percorso della digitalizzazione, conoscere i benefici delle tecnologie e le opportunità di finanziamento a disposizione, mettere a fattor comune competenze.

Ad oggi, il 65% delle PMI ha avviato progetti di digital transformation insieme a soggetti esterni: si tratta prevalentemente di

  • società di consulenza strategia e manageriale,
  • studi professionali giuridico-economici o di consulenza tecnica,
  • ma anche di aziende a monte della propria filiera.

Meno diffusa, ma comunque significativa, la sinergia con associazioni di categoria e intermediari finanziari, mentre è ancora poco frequente la collaborazione con centri di innovazione, Università e Startup.

Le sfide per le PMI italiane

Le PMI italiane si trovano di fronte a molteplici sfide.

Sul piano economico stanno facendo i conti con un susseguirsi di crisi, da quella pandemica a quella legata alle catene di fornitura, dalla crisi energetica all’aumento dell’inflazione con il conseguente aumento dei tassi di interesse da parte delle Banca Centrale Europea.

A questo clima di incertezza e cautela sul fronte economico e geopolitico, si sono aggiunte importanti novità sul piano tecnologico, caratterizzato dal boom dell’intelligenza artificiale generativa, che si porta dietro un mondo di opportunità e rischi ancora da svelare.

Al tempo stesso, si è affermata in modo sempre più preponderante la rilevanza della sostenibilità ambientale e del passaggio al paradigma 5.0, per un’industria caratterizzata da resilienza, umano-centrismo e sostenibilità.

Di fronte a un tale scenario, meno di 2 PMI su 10 hanno sviluppato progetti basati sull’Intelligenza Artificiale o pensano di introdurli, evidenziando un gap significativo rispetto alle grandi imprese.

L’avvento dell’AI generativa, con la sua facilità di accesso, ha in poco tempo accresciuto l’interesse per il tema, anche se a beneficiarne sono state prevalentemente le realtà già pronte.
È fondamentale che le PMI raccolgano la sfida dell’AI perché tali strumenti possono aprire alla piccola e media impresa opportunità riservate solo alle grandi realtà.
Ad esempio, in ambito marketing, le PMI possono creare contenuti pubblicitari efficaci od ottenere importanti informazioni relative al mercato grazie all’utilizzo di AI per generare testi, immagini e video, e per integrare numerose fonti di dati.

Sul fronte sostenibilità emerge che il 76% delle PMI italiane riconosce che la transizione verde rappresenta un obiettivo prioritario.

Tuttavia, sono ancora la minoranza le realtà che stanno approcciando questa trasformazione in ottica strategica. Solamente il 27% delle PMI italiane ha individuato una figura di coordinamento (interna o esterna) per i temi legati alla transizione green.

Anche tra le imprese che dichiarano di ritenere la sostenibilità ambientale una priorità questo dato si ferma al 34%, mostrando uno scollamento tra le dichiarazioni di intenti e l’effettiva attuazione.

È la mancanza di informazioni sulle opportunità e i benefici degli investimenti nella sostenibilità ambientale, insieme alla carenza di competenze specifiche e agli elevati costi di realizzazione a generare le principali resistenze.

Nonostante ciò, quasi la totalità delle PMI ha avviato azioni per migliorare l’uso delle risorse, concentrandosi prevalentemente sull’adozione di soluzioni per la gestione di scarti, materiali e rifiuti e su strumenti per il risparmio di energia, risorse naturali e materiali.

Le tecnologie digitali sono un fattore abilitante per la transizione verde delle imprese; per esempio, fornire alle imprese strumenti per monitorare i consumi energetici o tracciare le materie prime.

Oggi, la piccola e media impresa italiana crede nel tema della twin transition: il 57% impiega strumenti digitali che consentono di perseguire obiettivi di sostenibilità ambientale.

Per la maggior parte delle piccole e medie imprese italiane, un’importante spinta a investire in questa direzione potrà arrivare dai fondi pubblici.
Si spera che l’entrata in vigore della Transizione 5.0 costituisca un passo importante nel sostenere la trasformazione digitale e green delle imprese, anche in relazione all’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili e agli investimenti per la formazione del personale.

Sportello Digitale - analisi stato dell'arte investimenti in sostenibilità da parte delle piccole medie imprese

La necessità di un approccio strategico e collaborativo

Affinché le PMI possano compiere con successo il passaggio al nuovo paradigma abilitato dalla twin transition, è fondamentale che siano adeguatamente equipaggiate.

Ciò significa poter contare su un’infrastruttura di connettività adeguata alle proprie esigenze e su normative in grado di offrire opportunità di investimento in modo chiaro e compatibile con l’operatività dell’impresa.

È necessario che la piccola e media impresa sviluppi un approccio strategico rispetto alla digitalizzazione, ripensando i propri processi aziendali nell’ottica della doppia transizione e pianificando i propri investimenti con una prospettiva di lungo periodo.

È indispensabile l’apporto di partner tecnologici, finanziari e di servizi che, insieme ad associazioni, centri di innovazione sul territorio e professionisti, possono accompagnare la trasformazione fornendo strumenti e competenze per portare le imprese a conoscenza delle opportunità a disposizione (tecnologie, incentivi, strumenti finanziari per gli investimenti).

Vuoi saperne di più sui dati della ricerca dell’Osservatorio Innovazione Digitale nelle PMI del Politecnico di Milano? Scarica l’infografica gratuita da questo link:

DIGITAL E GREEN: LE PMI E IL PAESE VERSO LA TWIN TRANSITION

A cura di: Sara Lombini, Ricercatrice, Osservatorio Innovazione Digitale nelle PMI, School of Management del Politecnico di Milano. Clicca qui per scoprire il suo profilo LinkedIn: Sara Lombini

Sportello Digitale - autrice articolo su stato dell'arte digitale nelle imprese - Sara Lombini - Politecnico di Milano Osservatori

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