La digitalizzazione in Italia: come siamo messi rispetto all’Europa?

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Ultimo aggiornamento 02/09/2022

Parliamo di digitalizzazione con il nostro Presidente Onorario: il Prof. Luca Gastaldi del Polimi

Qual è il livello di digitalizzazione dell’Italia?

Lasciamo che ce lo dicano i dati del DESI e l’esperto, il Prof. Luca Gastaldi.
Luca è professore al Politecnico di Milano e direttore dell’Osservatorio Agenda Digitale; si occupa da più di 10 anni di ricerca nei temi della digitalizzazione.

Possiamo anticipare, senza raccogliere troppo stupore, che il Bel Paese resta il fanalino di coda dell’Europa.

Perché la quarta potenza europea registra un divario digitale così ampio rispetto alle altre nazioni sul podio?

Cosa ci separa dal raggiungimento della consapevolezza digitale?

Per quale motivo le piccole e medie imprese, colonna portante dell’economia italiana, non abbracciano la transizione digitale?

Di questo e molto altro, ne parliamo in questa intervista, che tocca tutti i punti cruciali del DESI, dal primo all’ultimo:

  • lo stato di digitalizzazione nella Pubblica Amministrazione;

  • cosa fare per spingere la digitalizzazione, tanto nella PA quanto nel privato;

  • quali sono i problemi che frenano questa spinta.

Il video è stato girato poco prima della pandemia di Covid19, a gennaio 2020, ma le riflessioni sono ancora valide e attuali.
Clicca su Play e guarda l’intervista.

Cosa s’intende per digitalizzazione?
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La digitalizzazione è una rivoluzione in atto, udite udite, dai lontani anni ‘50.

Spiegata in breve, si tratta della sostituzione delle tecnologie meccaniche e analogiche con quelle digitali. In realtà, la rivoluzione digitale è molto più di questo.

Nulla di nuovo insomma, se non fosse per il livello di innovazione delle tecnologie digitali che ha registrato una crescita esponenziale negli ultimi anni, cambiando radicalmente il modo di vivere della società.

Ad oggi, l’introduzione delle tecnologie informatiche e digitali ha migliorato innumerevoli attività in ogni settore, riducendo i rischi di errore, preservando i dati e generando efficienza.

Se ora più che mai se ne sente parlare è perché la digitalizzazione è diventata un’esigenza condivisa su scala mondiale, frutto della naturale evoluzione dell’uomo, ma non solo.

La transizione digitale è collegata alla tutela dell’ambiente.
Non c’è transizione ecologica senza transizione digitale. Un binomio dal quale dipende il futuro dell’umanità,

Digitalizzazione e occupazione

Digitalizzazione imprese - Sportello Digitale - Robot e AI

Non c’è da temere.

I robot non ci soffieranno il posto di lavoro. Le automazioni ci evitano i lavori ripetitivi e logoranti, ci fanno risparmiare tempo, soldi e sprechi inutili.

Al contrario, la trasformazione digitale crea posti di lavoro.
Uno studio condotto da The European House Ambrosetti dimostra che, soltanto attraverso l’utilizzo dei social per scopi commerciali, le PMI potrebbero produrre oltre 208 mila nuovi posti di lavoro.

Tuttavia, una ricerca di Osservatori Digital Innovation, fa riflettere su come i posti di lavoro generati nel breve-lungo termine dalla digitalizzazione, potrebbero creare una divaricazione nelle remunerazioni, se non accompagnati dalla crescita delle imprese.

Le competenze digitali hanno un ruolo fondamentale.
I giovani laureati in discipline STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics) sono ancora troppo pochi nel nostro paese. La conoscenza di tali discipline ben si presta alla ricerca e allo sviluppo delle tecnologie digitali.
Un’opportunità molto vantaggiosa che permette a gran parte dei laureati STEM di trovare lavoro a pochi mesi dalla laurea.

Secondo un report di Alteredu “il mondo del lavoro nel 2024 richiederà circa 2,5 milioni di nuovi occupati. La maggior parte di questi dovrà possedere specifiche competenze e qualifiche per l’esercizio di professioni di natura tecnica e specialistica”. 

Quali settori e processi possono essere digitalizzati?
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Aziende, pubblica amministrazione, scuole, ospedali, abitazioni e tanto altro.
L’innovazione fa evolvere ogni settore.

Cosa si intende per digitalizzazione della PA?
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Un approccio “cloud first” è quello adottato dalla Pubblica Amministrazione italiana per portare a compimento il percorso di digitalizzazione.

La tecnologia cloud permette di tenere i dati al sicuro e di integrarli con tutti gli applicativi.
Digitalizzare la PA significa farla diventare più fruibile e più efficiente.

Cosa vuol dire digitalizzazione delle imprese?
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Digitalizzare un’impresa significa introdurre nuovi modi di svolgere le attività, con il supporto degli strumenti dell’Industria 4.0, per restare competitivi e per lavorare meglio. 

A questa innovazione segue la trasformazione digitale, ovvero l’avviamento di nuovi prodotti/servizi legati alla connettività. Un ampiamento dell’offerta possibile solo grazie all’evoluzione aziendale.

Ad oggi, in ogni ambito, gli interventi in digitalizzazione delle imprese hanno portato risultati in fatto di competitività.
Le aziende italiane che avevano già avviato un percorso di transizione digitale nel pre-pandemia, si sono trovate molto avvantaggiate nell’affrontare l’emergenza Covid19.
Alcune, sono riuscite a sfruttare al meglio gli strumenti digitali in questa situazione atipica, uscendone con un fatturato maggiore di quello degli anni precedenti.

Cosa si intende per società digitalizzata?
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Estendere l’alfabetizzazione digitale è uno degli step da compiere per far salire l’Italia nella classifica del DESI.

  • Più del 50% dei cittadini italiani non ha competenze digitali di base (DESI 2022).

  • Solo il 40 % degli utenti di internet in Italia utilizza i servizi pubblici digitali. Tuttavia, questo dato è positivo, rispetto ai risultati degli ultimi due anni. (dato DESI 2022).

L’obiettivo di una cittadinanza digitale è ancora lontano. Da parte della collettività, manca la consapevolezza delle opportunità offerte dal digitale.
Questo influisce anche sulle imprese.

Gli imprenditori non investono ancora abbastanza su digitale e sostenibilità in quanto non conoscono i benefici della transizione 4.0 e non hanno le competenze necessarie per mettere in atto il cambiamento.

Cos’è il DESI?
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DESI è l’acronimo di Digital Economy and Society Index (DESI).
È una classifica che la Commissione Europea ha stabilito nel 2014.
Il DESI serve a misurare, confrontare e analizzare gli avanzamenti di ogni paese europeo nell’ambito della digitalizzazione.
È preso in analisi il livello di diffusione di strumenti e competenze digitali, nei confronti del sistema economico e societario.

DESI 2022 - Sportello Digitale - Desi Italia dal 2019 ad oggi

DESI Italia nel pre-pandemia ed oggi

DESI 2022: il tempo passa, ma certe cose non cambiano mai
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È questo il caso della digitalizzazione della nostra adorata penisola.

Nel 2019 ci siamo posizionati come quartultimi nella classifica DESI.

Nonostante la continua crescita del mondo online, l’Italia nel 2020 era ad un gradino dal podio…sì, il podio delle tre peggiori in classifica.
Gli ultimi dati (DESI 2022) ci vedono al 18° posto su 27 stati. Un miglioramento significativo, ma neanche paragonabile ai risultati delle vicine potenze europee Francia, Germania e Spagna.

Dall’ultimo DESI emerge che il 60% delle PMI italiane ha raggiunto almeno un livello base di intensità digitale.

Come riportato sul report del DESI italiano, l’istituzione del MISE ha fortemente influito sullo sviluppo digitale dell’Italia.
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza ha messo a disposizione fondi per la transizione ecologica e digitale, fissando obiettivi da raggiungere entro il 2030.
Ad oggi sono stati raggiunti 51 milestone e target del PNRR.

”Alcuni di questi riguardavano misure nel settore del digitale, quali ad esempio: la riforma “Cloud first e interoperabilità”, comprendente la nuova strategia Cloud e modifiche legislative che introducono incentivi e obblighi per l’adozione del cloud da parte delle pubbliche amministrazioni; la riforma degli appalti nel settore delle TIC, che razionalizza e accelera il processo di appalto per servizi e beni TIC; la pubblicazione degli inviti a manifestare interesse per la selezione di progetti nel quadro di “Importanti progetti di comune interesse europeo” (IPCEI), tra cui “Microelettronica 2 Regolamento (UE) 2021”.

Fonte: DESI Country Overview (IT)


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